Soave

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Storia
Antichissime sono le testimonianze della coltura della vite nella zona del Soave, mentre diverse e non sempre coincidenti sono le opinioni degli storici che durante i secoli tentarono di spiegare l’origine del nome “Soave”.
Esistente con i primi insediamenti già nell’età della pietra, poi “pagus” durante l’epoca romana, il centro storico di Soave fu fondato in seguito alle invasioni longobarde del 568 d.C., quando vi si insediò un gruppo di Svevi.
Il nome Soave deriverebbe proprio dal nome di questa popolazione sveva (dal latino Suaves), al seguito del re Alboino. Moltissimi sono i documenti che parlano del Soave, ed è certo che fin dall’antichità i vini di Soave furono molto apprezzati, ma la loro fama comunque si sviluppò soprattutto all’inizio del 900 quando le maggiori case enologiche veronesi promossero il vino Soave su tutti i mercati nazionali ed esteri.

Zona di produzione
La zona di produzione del Soave è situata nella parte orientale dell’arco collinare della provincia di Verona.
Essa comprende in tutto o in una parte i territori dei comuni di Soave, Monteforte, San Martino B.A., Lavagno, Mezzane, Caldiero, Colognola, Illasi, Cazzano di Tramigna, San Bonifacio, Roncà, Montecchia e S. Giovanni Ilarione. Qui la Garganega, il vitigno principale della denominazione, ha trovato nel corso dei secoli un habitat ideale soprattutto nei rilievi collinari che caratterizzano le valli d’Alpone, del Tramigna, dell’Illasi e di Mezzane.

Terreni
Fin dall’inizio del secolo XX i ricercatori avevano individuato nel territorio di Soave una specifica identità legata all’origine prevalentemente vulcanica del terreno, tufaceo con importanti affioramenti calcarei, che lo differenziava dalle altre aree storiche del Bardolino e della Valpolicella.

  • Terreni da sedimenti alluvionali calcarei a tessitura limosa, sabbiosa e ghiaiosa.
  • Terreni con più evidente la componente basaltica/calcarea
  • Terrreni da depositi alluvionali di origine calcarea
  • Terreni di colore scuro, originato da zone basaltiche più evidenti
  • Terreni da sedimenti alluvionali non calcarei (rocce vulcaniche). La cui tessitura è limosa argillosa.

Vitigni
Già nel 1931 primo fra i vini Italiani il Soave veniva riconosciuto come vino “tipico e pregiato”, tutela ed identità venivano quindi ribaditi definitivamente con il riconoscimento della Denominazione di origine controllata nel 1968.

  • Garganega: non possiede una aromaticità spiccata ma un piccolo patrimonio di profumi di cui la mandorla e i fiori bianchi sono i più nitidi; ha uno sviluppo biologico molto lungo, tanto da giungere a maturazione in ottobre; ha una buccia dura e particolarmente gialla (quasi rossa) quando è matura. Non ha un’acidità preponderante ma piuttosto un interessante equilibrio di estratti e zuccheri.
  • Trebbiano di Soave: il Trebbiano di Soave ha origini molto antiche, che lo collocano nell’area compresa tra le province di Verona, Brescia e Mantova, cioè la zone del Soave e del Lugana, dove il vitigno era anticamente noto col nome di Turbiana, o Trebbiano veronese. I vitigni della famiglia dei Trebbiani sono noti in Italia fin dall’epoca romana. Il loro nome deriva da “Trebula”, ossia fattoria. Il Trebbiano di Soave ha comunque caratteristiche di unicità, grazie alla sua freschezza e ai suoi profumi. La sua precocità, che costringono ad anticiparne la vendemmia rispetto agli altri vitigni della zona, e la bassa produttività ne facevano paventare la sostituzione col Trebbiano toscano, ma alla fine la tradizione ha prevalso, ed oggi il Trebbiano di Soave, anche in abbinamento con la Garganega, dà vita ad alcune delle più interessanti espressioni enologiche della regione.

Per approffondimenti visita il sito del Consorzio Soave